PRELIOS ROUND TABLE SUGLI NPLs
Focus sui Non Performing Loans
Prelios, necessario creare un mercato efficiente dei Npl
Milano, 18 novembre 2016 - Secondo gli ultimi dati disponibili del Fondo Monetario Internazionale, dal 2008, i crediti deteriorati in Italia sono cresciuti del 20% annuo, a circa 333 miliardi di Euro, quasi il 24% del Pil. Nel Paese, le transazioni di crediti deteriorati lo scorso anno sono raddoppiate rispetto al 2014 e l’andamento della prima parte del 2016 non evidenzia alcuna flessione di questa tendenza.
Questi dati hanno reso da tempo il tema degli Npl un elemento cardine della sostenibilità del sistema bancario italiano, e dunque una priorità per l’agenda del Governo.
In questo scenario si inserisce il dibattito dal titolo: “Per gli NPL non c’è una soluzione. Ce ne sono tante, diverse”, organizzato da Prelios S.p.A., fra i principali gruppi europei nell’alternative asset management e nei servizi immobiliari e finanziari. Un incontro che si è tenuto oggi 18 novembre a Milano con l’obiettivo di capire quali siano i presupposti e quali gli ostacoli da rimuovere per lo sviluppo di un mercato efficiente degli Npl, alla luce di una molteplicità di soluzioni di mercato, tra le quali la cartolarizzazione pubblica con la Garanzia dello Stato e il veicolo Multiseller che Prelios per prima ha sperimentato in Italia.
“Pensiamo che oggi possa veramente nascere un mercato degli Npl, più trasparente e ampio, soprattutto con operazioni pubbliche. Si deve e si possono trovare soluzioni che riducano il gap tra domanda e offerta. Oggi ci sono 200 mld di Npl con circa 25 punti percentuali di differenza, per circa 50 mld di euro, se si cedessero portafogli direttamente ad investitori opportunistici.” ha spiegato Riccardo Serrini, Direttore Generale di Prelios e AD di Prelios Credit Servicing aprendo i lavori.
“Una ricchezza, quella delle sofferenze in Italia, pari a più del 20% del Pil, che rischierebbe di deperire se si continuasse a fare finta di nulla, come ha fatto finora l’Italia, diversamente da altri paesi Piigs come Spagna e Irlanda, che invece, dopo la crisi, hanno affrontato il problema” ha spiegato Serena Sileoni, Vice Direttore Generale dell’Istituto Bruno Leoni illustrando lo scenario, “Trascinare, infatti, le situazioni debitorie e le difficoltà economiche come se nulla fosse, non solo non risolve i problemi, ma impedisce anche di avere la necessaria consapevolezza per provare a risolverli, sia dal lato debitorio che da quello creditorio”
Affrontare il problema e rimuovere gli ostacoli. Per Guglielmo Manetti, Vice Direttore Generale di Intermonte SIM, quelli da rimuovere sono sotto gli occhi del mercato dei capitali: “Per un investitore che si affacci sul mercato italiano è necessario fare chiarezza sul problema della ricapitalizzazione delle banche con operazioni di cessioni di Npl in un contesto di accanimento regolatorio, da una parte e, scarsa trasparenza nel processo di cartolarizzazione dall’altra.” In altre parole resterà difficile per le banche esprimere il proprio valore se non conoscono o non rendono più intelligibili le informazioni sulle sofferenze e il sottostante dei portafogli Npl.
Per Giuseppe Castagna, Consigliere Delegato e Direttore Generale di BPM: “Il tema dei Npl nelle banche del Paese è una delle ragioni, se non la principale ragione, per il mancato avvio del consolidamento bancario finora”.
Le banche devono fare i conti con parametri di capitalizzazione sempre più severi.
Lo sa bene Catia Tomasetti, partner dello studio Bonelli Erede e attuale presidente di Acea che ha presieduto Caricesena seguendo la fase più critica della ristrutturazione dell’Istituto bancario che ha portato all’ingresso del Fondo Interbancario: “Nell’affrontare il problema della capitalizzazione delle banche, gli azionisti spesso faticano a capire le ragioni del gap tra valore a bilancio delle sofferenze e quello che il mercato è disposto a riconoscere. Ancor di più nelle piccole banche dove gli stock di sofferenze sono troppo piccoli e poco diversificati per accedere a strutture sofisticate che permettano di massimizzarne il valore. Personalmente sono favorevole a strutture multiseller innovative nelle quali le piccole medio banche possano unire le forze ed ottenere il meglio dal mercato e prevedere una condivisione di eventuali ritorni anche con i vecchi azionisti.”
La riduzione del gap tra valore delle sofferenze a bilancio e valore che il mercato è in grado di riconoscere è dunque chiave. L’esperienza della Banca Popolare di Bari lo insegna e rappresenta un riferimento per il tutte le future cartolarizzazioni pubbliche. “La nostra”, spiega Gianluca Jacobini, Codirettore Generale della Banca Popolare di Bari “è stata un’operazione pionieristica di successo, in questo momento di mercato, la prima in Italia. Stiamo già lavorando su una seconda tranche perché con lo strumento della Garanzia Pubblica, grazie alla quale gli Npl’s sono stati prezzati al 30%, abbiamo raggiunto un valore ben lontano da quello che il mercato esprimeva prima della Gacs.”
Dunque quali sono le leve su cui agire per ridurre il gap?
Michelangelo Margaria di Moody’s riflette: “Gli ABS di Npl non sono attivi nuovi per il mercato Italiano, e, sebbene siano passati 9 anni dalle ultime operazioni, le criticità di base non sono cambiate: sono fondamentali la qualità delle informazioni sulle sofferenze e le tempistiche del processo di recupero.”
Maurizio Bernardo, presidente della VI commissione Finanze della Camera dei Deputati, ha concluso i lavori “il salvataggio delle banche in crisi, nell’attuale contesto normativo, è troppo spesso sulle spalle dei risparmiatori. È necessaria un’operazione di conoscenza degli strumenti disponibili all’interno del sistema bancario, una maggiore comprensione delle potenzialità dello strumento a disposizione di Garanzia dello Stato e di trasparenza nei confronti dei risparmiatori e dei cittadini. Sui Gacs mi sento di dire che l’esigenza di tutti anche del governo è quella di andare verso una proroga dell’impegno dopo la scadenza che è ad agosto 2017 e personalmente ritengo che dovrebbe essere messa a regime.”
Dunque, le leve sono sostanzialmente due: i tempi della giustizia e soluzioni che riducano al minimo il costo medio del capitale. Secondo le analisi di Prelios Credit Servicing, servono ancora 5 anni per le esecuzioni immobiliari e 7 per i fallimenti. Soluzioni che permettano di ridurre al minimo il costo medio del capitale, come la cartolarizzazione con la garanzia dello stato o il veicolo Multiseller. Soluzioni di mercato.