Audizione di Riccardo Serrini, Ceo del Gruppo Prelios e di Prelios Credit Servicing, davanti alla Commissione parlamentare d'inchiesta sulle banche
La seconda ondata di crediti deteriorati delle banche italiane è stimata dal mercato “tra i 60 e i 100 miliardi di euro nei prossimi 3-4 anni" ha affermato Riccardo Serrini, Ceo del Gruppo Prelios, davanti alla Commissione parlamentare d'inchiesta sulle banche il 1° dicembre. “Il mercato italiano è da prendere come esempio per come ha saputo trovare efficaci soluzioni di mercato al tema dei crediti deteriorati. In Italia a fine 2015 il totale degli Npl era arrivato a 200 miliardi di euro, cui si aggiungevano Utp per ulteriori 130 miliardi: oltre 330 miliardi complessivi”. Nel primo trimestre del 2020 “questo stock di sofferenze si era ridotto significativamente a 68,4 miliardi di Npl e 61 miliardi di Utp. Grande contributo è stato dato dalle cessioni di Npl con garanzia pubblica Gacs, che hanno aiutato a trasferire grandi portafogli dai bilanci bancari agli investitori e ai servicer che li hanno in gestione” ha sottolineato Serrini, che ha aggiunto “All’attenzione dei regolatori comunitari non v’è solo la Gacs – che ha rilanciato operazioni di cartolarizzazione pubblica ferme da quasi 10 anni – ma anche soluzioni per lo sviluppo del mercato secondario, piattaforme digitali come BlinkS, sviluppata dal Gruppo Prelios, citata come benchmark da Commissione UE, BCE ed EBA”.
“Di sicuro, inoltre”, ha proseguito il Ceo del Gruppo Prelios, “alcuni Governi europei stanno seguendo quello che abbiamo fatto in Italia: un meccanismo molto simile alla Gacs viene utilizzato in Grecia, per alcuni aspetti anche con soluzioni più innovative, perché la garanzia è stata estesa anche agli Utp e non soltanto agli Npl come in Italia. Anche il governo tedesco, a quanto risulta, sta studiano meccanismi simili. Sicuramente anche il sistema bancario italiano potrebbe trarre grande beneficio dall’estensione della Gacs anche agli Utp, in quanto le inadempienze probabili riguardano la ‘carne viva’ del sistema Paese: aziende che possono essere riportate in carreggiata, salvate dal fallimento, con evidenti benefici per l’occupazione e le loro filiere”. Il Gruppo Prelios, ha ricordato Serrini, “nonostante l’emergenza Covid19 chiuderà il 2020 avendo riportato in bonis 400 imprese”.
Sull’efficienza della macchina della giustizia, infine, Riccardo Serrini ha presentato alla Commissione parlamentare d'inchiesta sulle banche la peculiarità della situazione italiana. “Dare gli strumenti al mercato per supportare lo sviluppo di un settore già molto competitivo ed efficiente è importante per affrontare la nuova wave di crediti deteriorati. Questo deve assolutamente essere supportato da una semplificazione e una maggiore efficienza della macchina della giustizia. I tempi medi italiani per la chiusura di fallimenti e procedure in generale sono infatti più che doppi, e in alcuni casi più che tripli, rispetto alle medie europee, anche di Paesi come Spagna e Grecia. Questo si traduce in un costo molto alto per il sistema bancario, perché il valore degli NPE (non performing exposures, ovvero la somma di tutte le tipologie di crediti distressed) è anche una funzione del costo finanziario del tempo, ed esiste una chiara correlazione inversa tra la crescita del Pil di un Paese e le masse di NPE”.