GACS e UTP Secured e le sfide per i prossimi 12-18 mesi. Intervista a Fabio Panzeri

“La principale differenza tra un’operazione attraverso l’utilizzo della GACS rispetto a investimenti tradizionali di private equity all’interno di portafogli non perfoming risiede nella struttura stessa dell’operazione” – così Fabio Panzeri, COO del Gruppo Prelios nel corso di “Le interviste di Credit Village”, il contenitore di approfondimento  curato dal giornalista Massimo Famularo e punto di incontro di professionisti, manager, imprenditori e operatori che operano nella gestione del credito.

“Se si facesse un paragone con le giurisdizioni di altri paesi come Irlanda, Spagna, Portogallo e Grecia dove gli investitori investono direttamente in questi portafogli, si vedrebbe che la gestione è caratterizzata da un forte orientamento al risultato con un atteggiamento molto proattivo, soprattutto se si tratta di debito secured, così da farsi carico direttamente della gestione dell’asset. Nelle GACS invece il servicer deve interpretarsi come investitore di questo portafoglio. Questo si fa attraverso assunzioni mirate di professionalità come il loan manager e asset manager, e attraverso sistemi di processo, come il monitoraggio, lo steering e l’incentivazione, tali per cui il servicer si pone come se fosse il principal di questo portafoglio”.

Relativamente alla questione moratorie che non sono state applicate all’asset class degli UTP, Fabio  afferma “Bisogna discernere chi ha la chance di essere ristrutturato e chi invece non ha la possibilità di tornare in bonis. Noi attualmente abbiamo portato in bonis circa 200 aziende e questo rimarca la valenza sociale della nostra attività a supporto del Sistema Paese. Il momento critico sarà nella seconda parte dell’anno quando le moratorie concesse arriveranno al punto in cui finiranno e bisognerà rinegoziare con i borrower”

Di seguito l’intervista integrale